Io vado a Scuola

vado-a-scuola_zps2bcfd996Non molto tempo fa a scuola  abbiamo visto il film -documentario “Io vado a scuola” a cui ho ripensato quando ho intervistato mia nonna sullo sport. Ho scoperto, infatti, che lei, che è cresciuta in una periferia dell’Albania, per andare a scuola impiegava un’ora di cammino a piedi e così mi sono incuriosita e le ho chiesto maggiori informazioni; ecco cosa mi ha raccontato: “Mi svegliavo alle 6:30 e ripetevo le lezioni fino alle 7:00. A quest’ora mi preparavo e alle 7:30, forse prima, mi avviavo a scuola; durante il viaggio  incontravo i miei amici e ci univamo in un unico grande gruppo, tutti con un grande obiettivo: costruirci un futuro migliore. Il viaggio era molto lungo, nelle giornate in cui pioveva o nevicava era molto faticoso, ma ne valeva proprio la pena. Spesso incontravamo animali pericolosi  (molto spesso le vipere). Nonostante i professori fossero severi, erano bravissimi e li ringrazio per avermi istruita. Io ero un’ottima alunna, in matematica poi ero decisamente la più brava, come i miei figli del resto. Grazie alla scuola ho avuto la possibilità di far crescere colti i miei due figli, e ne vado fiera. Secondo me la cultura e la conoscenza sono le uniche cose  che distinguono gli uomini dagli animali”.

 

La campana ieri e oggi nel Mondo

Dalle interviste con i  nonni è emerso che il gioco preferito soprattutto dalle nonne era la campana. Incuriosite, abbiamo cercato alcune informazioni. Ecco ciò che abbiamo scoperto:

La campana é un gioco che risale ai tempi dell’antica Roma (ne troviamo tracce sul pavimento del foro romano). Esso veniva praticato con il nome di gioco del clàudus, cioè dello zoppo.330px-Duverger_Hopscotch Una testimonianza più recente è data da un quadro risalente alla fine dell’ Ottocento. Si possono notare dei bambini che si divertono per strada. La campana era praticata in molti Paesi del mondo e lo è tutt’ora! In Romania viene chiamato “sotron“, in Bulgaria “dama“, in Albania “karrasvi”. 330px-Hopscotch_de_Cubanese_croppedA questo punto ci poniamo una domanda: perché, se la campana è un gioco sopravvissuto per più di 2000 anni in moltissimi Paesi del Mondo, oggi tra noi ragazze non è più  tanto frequente? Abbiamo provato a dare delle risposte e concordiamo nel pensare che sia colpa della tecnologia avanzata: trascorriamo troppo tempo al cellulare, dimenticandoci che ci sono mille altre cose che potremmo fare per divertirci. (Scritto da Sara Fiorente, Lea Donghia e Qarraj Romi)

In albanese, perchè  la nonna Shaqja riesca a leggere:

Karrasvia Dje e Sot ne bot

Nga artikujve për gjyshërit doli se ata ishin loja e preferuar e lojë fëmijësh me Karrasvia. Kureshtar, kemi shikuar për disa informata në lidhje me këtë lojë të bukur.Ja se çfarë kemi 330px-Duverger_Hopscotchmarrë:

Karrasvia është një lojë që daton që nga koha romake (ka gjurmë në katin e forumit romak). Ajo ishte praktikuar me emrin e lojës clàudus, pra dëshmia zoppo. A është data më e fundit nga një pikturë daton nga fundi i shekullit të nëntëmbëdhjetë “.
Ju mund të shihni fëmijët gëzojnë veten e tyre në rrugë.Zile është praktikuar në shumë vende të botës dhe ajo ende është! Në Rumani është quajtur “sotron” Bullgaria “zonjë” në Shqipëri “karrasvi“.330px-Hopscotch_de_Cubanese_croppedNë këtë pikë ne e bëjmë vetes një pyetje: pse, nëse Karrasvia është një lojë mbijetuar për më shumë se 2000 vjet në shumë vende të botës, sot nuk është më mes nesh vajzave kaq shpesh? Ne u përpoq për të dhënë përgjigje dhe ne jemi dakord në duke menduar se është faji i teknologjisë: ne kalojnë shumë kohë në telefon, duke harruar se ka një mijë gjëra të tjera ne mund të bëjmë për argëtim.(Shkruar nga Sara Fiorente, Lea Donghia dhe Qarraj Romi)

 

L’ora di ginnastica nella nostra scuola dal 1878

Lo sport moderno si affermò in Europa nell’800 con la Rivoluzione industriale. Negli spazi di tempo libero, gli operai iniziarono a dedicarsi ad attività di dopolavoro.Così si posero le basi per la pratica della ginnastica nelle scuole.Nell’Europa continentale c’era la visione di considerare la Educazginnastica come strumento per formare corpi addestrati. In Inghilterra, invece, molto importante era la funzione ludica e salutare dello sport, per contrastare la violenza tra gli studenti. I ragazzi gareggiavano lealmente negli sport individuali e di squadra. In Italia prevalse l’impostazione militaresca prussiana; gli Italiani dovevano essere forti e pronti per difendere la patria. Nel 1878 l’educazione fisica divenne obbligatoria. Furono create delle strutture sportive, ma le palestre scolastiche erano comunque rare. 6Nel 1927 fu istituita l’Opera Nazionale Balilla  che prevedeva l’educazione fisica in tutte le scuole del regno d’Italia. Fino agli anni ’60 le marcette militari insegnavano agli alunni ad allinearsi in ordine di altezza.Gli alunni eseguivano gli esercizi mirati a potenziare la forza e l’agilità. Nei primi anni del secondo dopoguerra, le riforme sia nell’insegnamento sia nella costruzione di nuove strutture per lo sport vennero rimandate.Per quanto riguarda i docenti, fu nel 1952 che l’istituto superiore di E.F.(Isef) fu destinato alla preparazione dei docenti. A partire dagli anni 90, i Paesi membri dell’UE hanno istituito la laurea in scienze motorie e dello sport per approfondire la preparazione dei futuri cittadini. (Scritto da Emanuel)

(Informazioni tratte dalla rivista FOCUS di giugno 2014)

 

 

La nonna Shaqia racconta… dall’ Albania

La_campana
Mia nonna ha 58 anni e vive in Albania ed ecco cosa mi ha raccontato con la sua solita gentilezza:
“Praticavo ginnastica a scuola, dove purtroppo non avevamo palestre e quindi uscivamo all’esterno dell’ edificio per giocare a palla e nel cortile  per eseguire esercizi  facili, che non richiedevano ‘oggetti’, con cui avremmo potuto rompere qualcosa.
La scuola era distante, affrontavamo pioggia e neve per raggiungerla:  io vivevo molto lontano e impiegavo un’ ora e mezza di viaggio a piedi. I professori erano molto severi, ma insegnavano benissimo, non facevano preferenze tra un alunno ricco e uno povero e davano i voti che ci meritavamo.
La strada per noi era un parco giochi, ci divertivamo tanto!  Non esistevano sport veri e propri, ma ci divertivamo, ad esempio, a fare gare di corsa per vedere chi era il più veloce.
Il gioco più giocato tra le bambine era la campana: vero e puro divertimento!
I giochi di squadra erano da poco nati, ma in periferia, dove io vivevo, non si conoscevano. Si erano sviluppati solo nelle città più importanti, come ad esempio nella capitale, Tirana; tra quelli praticati soprattutto dai maschi c’erano  il basket e la pallavolo;  il calcio  non esisteva. Fortunatamente ora lo sport in Albania è molto più evoluto, ma alcune tradizioni non cambieranno mai;  i giochi di strada, infatti, ancora oggi sono i  giochi preferiti dei bambini albanesi!”

 

Lo sport ai tempi dei nonni!

Ho intervistato mio nonno materno, Carmelo, che mi ha raccontato la sua esperienza con lo sport:  “Non c’erano luoghi come le palestre di oggi –mi dice– che sono largamente diffuse, ma si praticava lo sport in alcuni campi all’aperto, dove nei periodi più caldi venivano organizzati i giochi della gioventù, consistenti in gare podistiche, di velocità, salti in alto, in lungo ecc”. Ha aggiunto che non esistevano piscine soprattutto coperte, al contrario di oggi che sono presenti anche nei piccoli paesi, quindi lo sport si praticava soprattutto presso gli oratori ecclesiastici o per strada, dove l’ attività  più diffusa era il calcio. “Raccontami qualche tuo ricordo”  gli chiedo. “Ero portato di più per le gare di corsa veloce e per le partite di pallone che si realizzavano soprattutto per strada dove con quattro pietre si metteva su un piccolo campo di calcio.”immagine-bianco-e-nero-di-cucito-della-donna-24178963

Mia nonna materna, Rosaria, mi ha detto che le ragazze non praticavano spesso lo sport, ma venivano indirizzate di più ai lavori domestici, come il cucito.

 

Niente sport… solo giochi!

Abbiamo intervistato i nostri nonni e i nostri genitori sul tema dello sport. Nonna Giovanna di anni 62 ha raccontato che ai suoi tempi le donne non praticavano alcuno sport e non ricorda di aver mai svolto attività fisica nella scuola elementare “Mazzini” di Gioia, da lei frequentata. “Ricordo che ci divertivamo per strada a saltare con  la corda , a  giocare alla campana e alla cavallina. E non solo….” racconta la nonna.  Papà Antonio, invece, ricorda con un pò di nostalgia  le lunghe corse in bicicletta  con gli amici. Il nonno Rocco è sempre stato un gran tifoso della pallavolo. Da quanto ascoltato possiamo dedurre che lo sport era più un passatempo che una disciplina vera e  propria. Noi, in tutta sincerità, preferiamo “i nostri tempi”!!! (Alessia Posa e Barbara Benedetto)

giocho campanail-gioco-della-campana